L’Italia vede la luce al Forum di San Pietroburgo 2016

Per capire le potenzialità espresse dal San Petersburg International Economic Forum 2016, è sufficiente farsi un giro sui giornali di affari e finanza, e approfondire i risultati “portati a casa” dall’Italia in termini di contrattazioni commerciali e diplomatiche durante l’ultima edizione di Giugno: potenziali commesse per 3 miliardi di euro, 4 lettere di intenti con definizione di sigle governative e svariati contratti di import-export firmati tra imprese italiane e imprese russe.

Una “potenza di fuoco” non dà poco per un Forum che, nonostante la giovane età e la conduzione governativa un pò travagliata, mette ogni anno in contatto migliaia di imprenditori e delegati governativi provenienti da tutto il mondo, per discutere i temi più caldi dell’economia internazionale e definire importanti accordi commerciali e diplomatici. Lo SPIEF (questo è l’acronimo che dà anche il nome al suo sito internet) presenta un certo tipo di rilievo a livello politico: il consiglio di amministrazione dello SPIEF fa capo infatti al Ministero dello Sviluppo Economico russo, ed i Capi di Governo si sono ritrovati spesse volte, in passato, a definire accordi sui trattati internazionali con i delegati parlamentari.

In epoca odierna, i rapporti tra Russia ed Europa si sono un pochino irrigiditi per via delle questioni di guerra con il Medio Oriente e per le sanzioni, ancora oggi non più superate, che hanno di fatto tenuta l’UE lontana dai rapporti con Mosca. A riscaldare l’asse UE – Russia ci ha pensato comunque l’annuale edizione del Forum Internazionale di San Pietroburgo, visto che due personaggi di peso come Jean-Claude Junker e Matteo Renzi si sono recati al forum economico per dar sfoggio alle questioni internazionali e di integrità sui rapporti commerciali con la Russia.

Tra gli italiani presenti a San Pietroburgo c’era anche Giampaolo Lo Conte, broker internazionale che abbiamo avuto il piacere di raggiungere via internet, per chiedergli una opinione sul nuovo scenario di “disgelo” tra UE e Russia: “Il disgelo, di fatto, è soltanto di tipo politico: da Bruxelles sono stati bravi a rispettare le sanzioni imposte e a gestire in maniera diplomatica il tutto. Se volete sapere la mia – continua Giampaolo Lo Conte – a livello commerciale non c’è mai stato un “gelo” tra le parti in gioco. Le borse valori si sono sempre comportate bene in funzione dei trend di mercato russi, mentre i commercianti comunitari hanno fatto il possibile per mantenere vivo il filo diretto con la Russia, che vale, soltanto per l’Italia, quasi 4 miliardi di euro l’anno”.

E infatti è lo stesso Matteo Renzi ad aver affermato di recente che “la Russia è pronta ad aprire a nuovi investimenti sull’Italia”, soprattutto per le categorie commerciali pre-competitive, come le energie rinnovabili e le infrastrutture informatiche. Possiamo dire che il peggio è passato?